26/01/08

Studio, venerdì, ore 17.xx
La procreatrice ritorna a casa con 8 chili di spesa, 7 ore di lavoro e 2 anni di meno.
Appena si affaccia alla porta dello studio, il suo sguardo cade su di me e perde ogni espressione e calore.
Pausa.
"Hai buttato la spazzatura?"
Distolgo l'attenzione dal mio fitto programma di campo minato pomeridiano, corrugo le sopracciglia, "no".
Sostengo lo sguardo.
Un cespuglio spinoso rotola sospinto dal vento, ma nessuno dei due fa un movimento.
Silenzio.
Sostengo lo sguardo.
L'aria nei tre metri che ci separano è talmente tesa che ci si potrebbero appendere i cappotti.
La domestica passa l'aspirapolvere tra le nostre gambe e noi alziamo alternativamente i piedi, senza distogliere lo sguardo. Fuori, le nuvole si spostano verso ovest.
Ci fissiamo.
Due tizi con il passamontagna passano nel mio campo visivo per poi ritornarci subito dopo con il lettore dvd sottobraccio, dirigendosi senza fretta verso la porta.
Si accendono i primi lampioni. Le molecole d'aria sfrigolano e le lenti degli occhiali cominciano a risonare.
Si gira lentamente, e mentre esce la sento sospirare "dove ho sbagliato?"
Più tardi, rientrando a casa il capofamiglia nota dei profondi segni di unghie sulla porta.

Nessun commento: