04/10/07

Love is for the living

Tutto è nato qualche anno fa. Rientro a casa dopo una giornata intensa e una volta chiamato l'ascensore mi accorgo che dentro c'è già una cosa strana con un cappotto. E la cosa strana di questa cosa strana è che, a ben guardare, somiglia morfologicamente a me. Non ho mai visto cose strane che mi somigliano. Visto che la cosa strana che somiglia morfologicamente a me si accorge del mio sguardo perplesso, mi decido a chiederle "chi sei?". "Sono il tuo vicino di casa", risponde, "e meno male che finalmente ti sei accorto di me, sono dieci anni che ti chiedo di tenere più basso il volume dello stereo". Questo esiste da dieci secondi e già rompe il cazzo, penso.
Apro la porta di casa, un altro essere morfologicamente parlando simile a me. "Ciao, sono tua madre. Era ora che ti accorgessi che esisto, sono vent'anni che viviamo insieme. Mi andresti a comprare le sigarette?"
"Oh. Le sigarette fanno male. Mi fai un panino?", faccio io.
"Mi hai addirittura risposto. Il pane non c'è. Ci sarebbe da prendere anche il latte."
Sento un fruscio indistinto, non riesco a mettere a fuoco le parole. Esco. Sfumature di persone mi passano accanto ("persone" è un termine che ho inventato io. Serve ad indicare "cose che mi assomigliano morfologicamente parlando ma che per qualche strana ragione non sono io").
Non danno particolari noie, ho scoperto con gli anni, e sono sostanzialmente innocue, anche se hanno abitudini bizzarre, tipo entrare nella tua vita. Tutto qui.
E' solo per dire che, a tornare a vedere sfocato dopo tanto tempo, viene un pò di... com'è che la chiamava? Ah, sì. Tristezza.

"Il pregio dei film è che alla fine anche il più brutto per un pò fa pensare. Ad altro."