13/11/08

Andare a pranzo con il Fantasma è da sempre un'esperienza surreale, e lo è per una ragione molto semplice: il Fantasma non parla. O meglio, non è che gli manchi la parola o non ne sia capace; forse la cosa gli costa troppa fatica, non ha niente da dire o crede che in fondo non importi a nessuno e quindi non faccia differenza, ma sta di fatto che semplicemente non lo fa. Inutile dire che la cosa non lo rende molto di compagnia. Risponde a gesti, sorride silenziosamente alle battute, i suoi passi non fanno più rumore. A volte ci vogliono diversi minuti per accorgersi che siete nella stessa stanza, altre volte giri la testa in ascensore e te lo trovi accanto all'improvviso, e alla tua espressione di stupore risponde con un cenno di saluto della testa (se non altro, bisogna riconoscergli che è molto bravo a farsi capire). Non è quindi difficile credere che non sia spesso al centro dell'attenzione; durante un pranzo, però, sono poche le persone con cui preferiresti stare. Niente chiacchiere da salotto, nessun riso forzato alla battuta di turno, solo tu, lui e le portate: una occasione di sedersi con calma ad un tavolo, senza occhiate di circospezione o sensi di colpa, soli con i propri pensieri.